mercoledì 3 agosto 2011

NON ABBIAMO ALTRO DA AGGIUNGERE

Le VERITA' sono state riportate nei post precedenti.

Lasciate perdere gli stipendi dei parlamentari ed iniziamo a concentrare le attenzioni nei bilanci in cui si muovono le gradi cifre. Non lasciate che le vostre attenzioni ricadano su argomenti facilmente attaccabili ma che non hanno grossa rilevanza; perchè sarà facile darci il contentino e prenderci per il culo.

Quando l'attenzione e la rabbia per stipendi cosi alti sarà alle stelle; non faranno altro che diminuirlo di una % per farci fessi e contenti; mentre continueranno a succhiarci il sangue tramite altre spese pubbliche.

- Sanità
- Lavori pubblici.
- Previdenza Sociale

Saluti.

giovedì 21 luglio 2011

l'altro grande buco e MISTERO !!! La sanità ...

Riporto alcuni dati ...

Distribuzione della spesa del SSN per funzioni di spesa - Anno 2008Funzioni di spesa  -  Spesa del SSN (in Miliardi di Euro)
Personale                                                                               35,177
Beni e altri Servizi                                                                    30,865
Medicina Generale convenzionata                                               6,084
Farmaceutica convenzionata                                                    11,208
Specialistica convenzionata e accreditata                                   3,923
Riabilitativa accreditata                                                              1,958
Integrativa e Protesica convenzionata e accreditata                     1,764
Altra Assistenza convenzionata e accreditata                              5,642
Ospedaliera accreditata                                                             8,949
Altre funzioni di spesa                                                               0,534
TOTALE REGIONI e PROVINCE AUTONOME                          106,104
Altri enti finanziati con Fondo Sanitario Nazionale                         0,546
TOTALE                                                                                106,650 (Miliardi di Euro)
In realtà, il mistero diventa interessante qui ...

In 10 anni la spesa per il servizio sanitaro è passata dai 52,2 miliardi di euro nel 1996 a 98,7 miliardi nel 2006.
Il paradossa nasce dai dettagli; una giornada di ricovero costa

1.453 euro in Basilicata
1.018 euro nelle Marche
876 euro in Campania
382 euro in Lombardia
375 euro in Sicilia

Il costo medio dei posti letto

208.045 euro delle Marche
196.772 euro del Piemonte
142.258 euro della Lombardia
137.336 euro della Liguria

Stiamo dicendo che, i soli posti letto, per il solo fatto di esistere, in un ospedale medio di 600 posti letto, arriva a costa 120 milioni di euro .. 1 solo ospedale.

Qualcuno riesce a spiegarmi perchè tra Basilicata e Sicilia abbiamo una differenza di oltre 1000 € ????

mercoledì 20 luglio 2011

ANAS - ecco come volano i soldi dello stato



In data 3 agosto 2007 sono state sottoscritte dai Ministri dell’economia e delle
finanze e delle infrastrutture tre nuove convenzioni autostradali per Pedemontana
lombarda (4,6 mld/euro), Brebemi (1,5 mld/euro) e Asti-Cuneo (1,1 mld/euro).
Dal 2002, primo anno di operatività della legge Obiettivo, al 30 novembre
2006 il Cipe ha approvato 184 delibere relative a 137 opere per un valore
complessivo, al netto dell’importo del Ponte sullo Stretto di Messina, stimato in 89
miliardi di euro.
Di tali opere, peraltro, alla data anzidetta ne risultavano completate soltanto
4, mentre altre 25 risultavano in fase di realizzazione. Nel complesso risultavano
quindi attivate 29 opere pari al 21,2%, ossia poco più di un quinto, del totale delle
opere deliberate e il 15,6% del costo complessivo degli interventi approvati.
Sempre alla data anzidetta gli interventi affidati e in attesa dell’apertura dei cantieri
risultavano 21 e riguardavano quasi il 33% del costo totale delle opere previste
dalla delibera Cipe, mentre risulta-vano ancora in fase di gara 14 opere per un
valore di poco meno di 6 mld/euro. Si tratta dunque complessivamente di 64 opere
per un costo complessivo di 38 miliardi di euro, di cui circa l’80% in valore
concentrato nella fase di progettazione preliminare.
A fronte dell’importo totale approvato dal Cipe le risorse disponibili ammontavano
a circa 33 miliardi di euro, pari al 37% del totale, mentre il fabbi-sogno
residuo era pari al 63% del costo complessivo delle opere approvate.

Tutto ciò ci porta a capire come i soldi destinati alle opere pubbliche, si perdano, restino fermi, lievitino ... per portare, sostanzialmente, al nulla.

martedì 19 luglio 2011

I LAVORI PUBBLICI

Io continuo a chiedermi come mai si parla solo degli stipendi dei parlamentari e non si riesce ad affrontare il vero problema di questo paese: Gli appalti, i lavori pubblici; tutto ciò che muove grandi cifre di denaro.

Ci fanno credere che il reale problema siano gli stipendi troppo elevati e altre cazzate simili, per distrarci e farci guardare da altre parti; un po come avveniva in passato, una guerra era motivo di distrazione per il popolo.

La nuova distrazione, è l'autocolpevolezza leggera; si è vero .. guadagnamo troppo, ma tagliamo qualcosina qui e li, cosi vi facciamo fessi e contenti mentre i REALI problemi, restano ben nascosti.
Riporto un articolo di panorama scritto da Donatella Marino.

Sono trascorsi quasi 10 anni dal progetto preliminare e ancora la variante di Formia, nel Lazio, lungo la strada statale numero 7 Appia, è solo sulla carta. Nel frattempo i costi dell’opera, che prevede quattro corsie della lunghezza di circa 11 chilometri con una galleria di poco più di 5 chilometri, hanno fatto un balzo pari a circa il 70 per cento, passando dagli iniziali 430 milioni di euro agli attuali 730.
È in buona compagnia. Ritardi e aumenti di costi si sono verificati anche per altre infrastrutture italiane, dall’adeguamento dell’accesso all’hub portuale di Savona alla ormai famigerata Salerno-Reggio Calabria, tratta autostradale ancora incompiuta. Nel primo caso si è passati da un importo di 140 milioni di euro ai 240 del progetto definitivo. Nel secondo, considerando due distinti tratti, l’incremento è stato dai 33 ai 59 milioni di euro per uno e dai 59 ai 109 milioni per l’altro. Sono solo alcuni degli esempi individuati per Panorama dall’Anas, il gestore della rete stradale e autostradale che fa capo al ministero dell’Economia. Si può aggiungere all’elenco l’ultimo ponte costruito a Venezia, disegnato dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava, per il quale sono stati spesi finora 11,2 milioni di euro, somma quasi doppia rispetto al preventivo iniziale di 6,72 milioni (più eventuali risarcimenti danni per 10 milioni chiesti da alcune ditte appaltatrici). E non va meglio sul fronte ferroviario.
Un recente studio pubblicato in Gran Bretagna, a cura della Highways agency, l’agenzia autostradale, e stilato per confrontare i costi puri di costruzione delle strade nei vari paesi europei, cioè costo del lavoro, materiali, impianti, ha appurato che queste voci in Gran Bretagna sono simili a Francia e Germania, ma decisamente superiori a quelle italiane, spagnole, austriache e polacche. Se ai costi base si sommano progettazione, direzione lavori, alta sorveglianza e oneri generali, la spesa in Italia resta ancora più economica: cifre inferiori alle nostre si registrano solo in Austria, Polonia e Spagna, con la Gran Bretagna più cara di tutti. Cosa accade allora da noi, quando dalla carta si passa alla realtà? Perché si accumulano ritardi e aumenti dei costi?
Prendiamo sempre il caso della variante di Formia. Il progetto iniziale, del 2002, è stato completato due anni dopo, a giugno 2004, dopo l’approvazione di massima da parte del territorio. Altri due anni sono trascorsi per le procedure d’approvazione. Poi è seguita la convenzione fra Anas e Regione Lazio, anche per la definizione dei contributi finanziari. Dopo si è dovuta disporre una serie di indagini geologiche divenute obbligatorie, che unite alle procedure per l’approvazione del progetto definitivo hanno dilungato i tempi e sono ancora in corso. Se si entra nel dettaglio, un più 4 per cento dei costi è da attribuire alle prescrizioni e relative varianti introdotte rispetto al progetto preliminare; un più 40 per cento si deve all’aumento del prezziario Anas, nel tempo che è intercorso dal 2002 al 2009.  All’evolversi delle normative, nei quasi 10 anni, in particolare quelle sulla sicurezza in galleria e le indagini geologiche, è legato un altro più 15 per cento.
«Il resto è dovuto a indennità di esproprio, cosa che avviene spesso in contesti molto urbanizzati, a opere di compensazione richieste dalla politica locale e persino all’evolversi della normativa amministrativa che, per dirne una, ha provocato un maggiore onere da riconoscere all’appaltatore» commenta il presidente dell’Anas, Pietro Ciucci. «È quindi il prolungarsi del tempo tra avvio e fine della progettazione, che poi può portare all’appalto, a determinare l’incremento per la realizzazione dell’opera».
Il ragionamento si può estendere alle altre infrastrutture citate. Basta dare un’occhiata alla quantità di leggi intervenute negli ultimi 10 anni: sono oltre una ventina e ritoccano norme sull’inquinamento acustico, sulla configurazione di installazione delle barriere di sicurezza, il monitoraggio ambientale, le dotazioni per la sicurezza in galleria e via elencando. Tutti fattori che contribuiscono al rialzo dei costi.